Luca Fani, Michele Marrone e Sara Marrone sono tre personaggi inventati di sana pianta. Ad ognuno di essi è stata attribuito un profilo psicologico ben preciso.
Luca Fani era il più carismatico, un fanatico di religione in particolar modo di quel cristianesimo avventista che si risvegliò nel diciannovesimo secolo negli USA e che ha prodotto decine di nuove chiese cristiane le più famose sono la chiesa avventista del settimo giorno e la congregazione dei testimoni di Geova. La scelta su questo filone del cristianesimo non è stata casuale ma voluta per diversi motivi. In primo luogo perché sono religioni legate allo studio dei testi ritenuti sacri più che alla tradizione orale e scritta tramandata dal clero, in secondo perché sono le cosiddette religioni cristiane materialiste non credono nell’anima e in regni ultraterreni ma nella resurrezione del corpo alla fine dei tempi e in fine perché sono minoranze spesso discriminate e derise.

La figura di Luca Fani è stata creata in modo da essere avvenente, egocentrico e un poco vanesio con dei leggeri sensi di colpa per questo. Qualcuno lo ha definito un icona gay e flirtava nelle chat con donne e uomini ma i suoi gusti propendevano decisamente per questi ultimi. Luca Fani è stato pensato gay perché questo apriva una contrasto con il suo essere cristiano. Inoltre, lo faceva appartenere ad un’altra minoranza. Se la cavava con bizzarre invettive sulla sodomia e su battute inneggianti al sesso orale. Insomma il peccato era solo la penetrazione anale e non le altre pratiche sessuali. Luca Fani cercava di ricorrere ai testi sacri e ad una primitiva teologia russelliana.

Michele Marrone, il suo ragazzo, più giovane di lui è stato pensato come un tipo sportivo, tifoso della fiorentina, era impulsivo con atteggiamenti da bullo. Voluti alcuni suoi strafalcioni letterari per renderlo più povero culturalmente. Tendenzialmente ripeteva a pappagallo gli slogan di Luca Fani in modo da apparire plagiato forse per amore. Michele doveva apparire più realista del re e aveva il compito di strafare. Era geloso e spesso litigava con Luca Fani in chat collettive e nelle pagine.

Sara Marrone, sorella di Michele, trentunenne è l’ultima entrata in scena. Abitante a Firenze e con un passato non del tutto risolto da tossicodipendente. Sara era stata colpita dall’annuncio evangelico del ragazzo di suo fratello.

Questi personaggi venivano coadiuvati da altri personaggi reali che alle volte sostenevano le loro tesi e altre volte contrastavano di proposito. Oltre che sui propri profili Facebook l’intervento è stato sviluppato su alcune pagine locali. L’obbiettivo non era come qualcuno ha erroneamente pensato di danneggiare il dibattito che avveniva in quelle pagine. Definire questa azione l’azione di troll malvagi è sicuramente banale e non veritiero. Non si è trattato neppure di uno scherzo ben riuscito anche se le caratteristiche della burla ci sono tutte.

Si è trattato invece a tutti gli effetti di una provocazione artistico sociologica finalizzata a mettere in risalto una molteplicità di aspetti. La differenza tra il mondo virtuale dei socialnetwork e la realtà di un vivere quotidiano. Questa può apparire un’ovvietà ma, di fatto, non è così. Il confine labile tra fiction e realtà, già accorciato dalla televisione, si ripresenta ampliato dietro un PC. Se è vero che chiunque può partecipare quel chiunque può assumere le forme più impensabili e imprevedibili.

Chi pensa che la democrazia e la partecipazione si possano fare con internet non si rende conto che la rete tende a trasformare le persone in personaggi e molte volte in personaggi pirandelliani. Il dibattito nella rete non è il dibattito nelle università ma non è nemmeno il dibattito di una sala mensa di una fabbrica o di un ambulatorio del proprio medico. Si tratta molto spesso di una gara tra tuttologi che tendono a colpire il diverso.
